Approfondimento su Máni e Sól

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BUONA LETTURA

Prefazione


Il culto del Sole e della Luna è uno dei più antichi dell’umanità, praticato fin dalle religioni animiste. Non mi divulgherò in accademici paragoni tra il culto norreno e quello romano, celta, anglosassone ecc., lascio questa roba – sebbene la conosca – da dire a chi studia i culti come se fossero algebra. Dunque passo subito ad approfondire tutto ciò che concerne Máni (la Luna) e Sól (il Sole) nella religione norrena:

Máni


Máni è il figlio maschio di Mundilfœri. Come la sorella Sól, venne preso in ostaggio dagli dèi – poiché suo padre fu così vanitoso da chiamare i suoi due figli Sole e Luna – e messo in cielo a trainare il carro della Luna. A differenza della sorella, Máni rapì a sua volta due giovani mortali, Bil e Hjúki, per aiutarlo con le fasi lunari, e alcuni norreni credevano che questi due ragazzi fossero i pianeti Giove e Marte, altri invece che fossero le macchie visibili sulla Luna.

Máni continua a correre intorno alla Terra perché, come la sorella, è inseguito da un lupo, Hati, figlio di Hróðvitnir, chiamato anche Mánagarmr, che secondo la profezia del Ragnarǫkr l’ultimo giorno lo divorerà. A differenza di quanto avverrà con Sól, pare che nessun altro prenderà il posto di Máni, perciò secondo la profezia del Ragnarǫkr la Luna scomparirà completamente dal cielo terrestre dopo la Fine dei Giorni.

La parola “máni” in norreno significa “Luna”, ed è solitamente considerata maschile, tuttavia, vista la sua ascendenza, è neutra. Infatti, il protogermanico mēnan, evolse nel protonorreno mánan che a sua volta evolse nel norreno máni, è neutro. Alcune divinità derivate da Mánan (Máni prima dell’inizio dell’Epoca Vichinga) sono addirittura femminili: Mano sámi, per esempio, e il culto della Luna è uno dei più diffusi ancora oggi tra i sámi (gli abitanti originari della Scandinavia, relegati in Lapponia dall’arrivo dei germani).

Ciò fa anche presupporre che Máni in principio fosse femmina, e che sia diventato maschio a causa del concetto estremo-estremo di Sole e Luna che influenzò i norreni solo con l’inizio dell’Epoca Vichinga e perciò delle esplorazioni del resto del mondo. Tuttavia, è solo una supposizione (non solo mia, condivisa da molti) in quanto i maggiori reperti concernenti Máni non hanno neanche una figura umana ma solo un carro con la Luna e simili, e quelli con una figura umana stilizzata sono impossibili da comprendere se maschile o femminile. Parlo, ovviamente, solo dei reperti risalenti a prima del 750 d.C., quelli successivi mostrano chiaramente un ragazzo trainare la Luna, anziché una figura ambigua o nessuna figura.

Il culto di Máni era molto diffuso tra i norreni, anche se non quanto – pare – nelle altre religioni non così facilmente influenzabili, come quella animista lappone o quella tradizionalista islandese. In ogni caso molti Mánagoðar (sacerdoti di Máni) sono documentati, così come molti blótar (sacrifici) a Máni: la Luna, infatti, permetteva le scorrerie notturne; i lupi non cacciavano durante il Novilunio; e così via, perciò da sempre gli uomini han cercato di favorirsi anch’essa. Da segnalare in particolar modo – anche se poco inerente – è il culto sámi di Mano (Máni): durante il Novilunio, i sámi non emettono alcun suono, non mangiano, non bevono, non svolgono le funzioni fisiologiche primarie e alcuni non dormono neanche, in rispetto di Mano, che si crede che discenda tra noi durante l’assenza della Luna in cielo.

Epiteti norreni di Máni sono Mylinn (rossastro), Hverfandahvél (ruota che gira), Skyndi (spinto), Skin (chiarore), Ártala (conta degli anni).

Sól


Sól è la figlia femmina di Mundilfœri. Come il fratello Máni, venne presa in ostaggio dagli dèi – poiché suo padre fu così vanitoso da chiamare i suoi due figli Sole e Luna – e messa in cielo a trainare il carro del Sole. Dato che il Sole è estremamente caldo, a protezione della fanciulla e del mondo è posto lo scudo Svalinn, senza il quale il calore del Sole sarebbe così forte da bruciare l’intero mondo (oltre che la stessa Sól). A differenza del fratello Máni, Sól è sposata, il nome di suo marito è Glenr, dal quale avrà una figlia che partorirà poco prima di morire sbranata dal lupo Skǫll durante il Ragnarǫkr.

Proprio a causa di Skǫll figlio di Járnviðr, Sól continua a correre intorno alla Terra trainando il Sole, infatti il lupo cerca di divorare solo e soltanto lei. In altre fonti (il Vafþrúðnismál giusto per citarne una) invece è Fenrir a divorare Sól. Anche in questo caso Sól partorirà una figlia che poi prenderà il suo posto.

Il culto di Sól era enormemente diffuso, sia tra i blótar (sacrifici) sia tra semplici invocazioni e preghiere, tutto ciò è dovuto dal fatto che la luce solare è sia benevola sia maligna, dal momento che fa crescere i vegetali, aiuta a non congelare, dona vita, ma anche abbaglia, sfianca, ustiona, eccetera. Solitamente ci si propiziava il Sole durante i blótar a Freyr e altri dèi della fertilità. I contadini avevano un particolare blót rivolto a Freyr e Sól tra la fine di heyannir (14 agosto) e l’inizio di þvímánuðr (15 agosto), chiamato talvolta Vérblót, Freysblót o Sólarblót. Tale blót tipico dei contadini dimostra quanto il culto del Sole fosse importante per i norreni, difatti, i blótar “canonici” sono solo alle divinità più importanti: Þórr, Óðinn, Freyr, Freyja, gli elfi (álfar) e Sól. (Ciò non vuol dire che fossero tenuti blótar per qualunque divinità, solo che i più famosi e conosciuti sono contabili con una mano e sono dedicati a queste divinità.)

Epiteti del Sole sono Álfrǫðull (gloria degli elfi), Sunna (variante germanica di Sól), Dvalinsleika (compagna di Dvalinn), Eygló (fiamma eterna), Fagrahvél (bella ruota), Alskír (tutta splendente). 

Fonti scritte


Vǫluspá, Vafþrúðnismál, Alvíssmál, Reginsmál, Gylfaginning, Skáldskaparmál.

3 comments:

Daniele Milano said...

Interessantissimo, vorrei chiederti un tuo parere sulla concezione che gli ultimi pagani dell'XI secolo avrebbero potuto avere su Mani

Anonymous said...

Da quando ho vissuto la brutta esperienza di vedere i miei pareri tagliati e messi insieme per formare fandonie e bugie sul mio conto, non fornisco più pareri personali a sconosciuti. Mi spiace davvero, non è nulla di personale, c'è da ringraziare certa gente di Roma.

Daniele Milano said...

Capisco, peccato ...